Briciola è una gattina di 12 anni circa. Il suo primo problema cutaneo risale al 2019, quando è stata visitata per una placca eritematosa e umida sull’interno coscia della zampa posteriore sinistra: dopo alcuni accertamenti, la diagnosi è stata di complesso del granuloma eosinofilico felino, un termine che indica una manifestazione clinica dermatologica su base allergica. Dopo le cure, Briciola è stata bene fino a dicembre 2020, quando sono comparse delle lesioni sulle dita di quasi tutte le zampe, eritema perilabiale e perioculare, perdita di pelo sull’addome e prurito. Sono stati eseguiti degli esami citologici delle lesioni, che hanno mostrato lo stesso quadro clinico del 2019 e pertanto abbiamo impostato nuovamente una terapia con glucocorticoidi che però non ha sortito l’effetto atteso. Le lesioni di Briciola erano peggiorate a tal punto da richiedere un esame istologico per poter escludere o confermare la presenza di altre malattie sottostanti. Prima di procedere al campionamento di parti di cute, abbiamo ricoverato la micia per garantirle le terapie di supporto necessarie ed eseguito gli esami del sangue preanestesiologici risultati nella norma.
La diagnosi: Pattern istomorfologico: dermatite perivascolare iperplastica a carattere mastocitica ed eosinofilica, dermatite di natura allergica la cui causa è da accertare.
Avendo escluso i parassiti e l’alimentazione come cause scatenanti, la diagnosi è di dermatite atopica felina.
COS’E’ LA DERMATITE ATOPICA FELINA?
La dermatite atopica consiste in una risposta esagerata del sistema immunitario che esita in una sovra-produzione di anticorpi IgE contro delle sostanze presenti nell’ambiente o nel cibo, chiamate antigeni, che di per sé sono innocue. Da alcuni studi retrospettivi è stato visto che la dermatite atopica è al secondo posto come problematica allergica seguita dalla dermatite allergica al morso di pulci.
COME POSSO ACCORGERMI CHE IL GATTO E’ ALLERGICO?
Il sintomo principale è il prurito, inteso non solo come grattamento, ma anche leccamento e pulizia insistente per molte ore al giorno, l’animale si struscia su di voi o sui mobili e sugli spigoli, alcuni si mordono le unghie fino a romperle. Le lesioni a cui dovete prestare attenzione sono la perdita di pelo, croste e ferite soprattutto su collo e testa.
COME SI DIAGNOSTICA LA DERMATITE ATOPICA FELINA?
La diagnosi non è semplice e richiede del tempo. E’ necessario partire da una storia clinica del paziente molto precisa e dettagliata, conoscere le sue abitudini, i trattamenti antiparassitari, l’alimentazione, i luoghi frequentati, ecc… Proseguono poi gli esami volti a escludere la presenza di parassiti, dermatofiti o sovra infezioni, malattie metaboliche aggravanti, fino a un’eventuale biopsia cutanea.
SI POSSONO FARE I TEST ALLERGICI?
Sì, i test allergici si possono fare, ma nel gatto i risultati non sono così precisi come nel cane. E’ possibile richiedere un dosaggio degli anticorpi IgE su sangue, ma questo non ci aiuta a discriminare soggetti sani da soggetti atopici. Esistono i test allergologici intradermici: si tosa una parte di addome e s’inocula l’antigene nel sottocute secondo uno schema preciso: se quella sostanza inoculata è responsabile dell’allergia, si formerà un ponfo nel punto di inoculo. Ci sono però delle difficoltà: i ponfi hanno dimensioni diverse, non è sempre facile discriminare tra un falso positivo e un falso negativo, nel caso del morso di pulce servono 48 ore di attesa prima della lettura, il gatto molte volte va sedato per eseguire il test.
COME SI GESTISCE LA DERMATITE ATOPICA FELINA?
La dermatite atopica va gestita per tutta la vita del paziente. Vanno utilizzati farmaci con azione immunomodulatrice, ovvero capaci di regolare l’attività del sistema immunitario. Si utilizzano molto i glucocorticoidi, però nel lungo periodo possono dare effetti avversi come diabete o predisposizione a infezioni. Vi è poi la ciclosporina, un agente immunomodulatore selettivo che agisce modificando la risposta cellulo-mediata del sistema immunitario, riconosciuta per il trattamento di malattie allergiche e dermatite atopica. L’oclacitinib è un farmaco utilizzato nel cane, non ancora registrato nel gatto, ma che sta dando risultati soddisfacenti anche nella dermatite atopica felina. Ci sono poi moltissimi integratori a base di acidi grassi essenziali e PEA. Se si svolgono i test allergici, è possibile impostare un’immunoterapia allergene specifica, ovvero si somministra all’animale la sostanza implicata nell’allergia in piccole quantità, in modo da “de sensibilizzare” il sistema immunitario nel tentativo di farlo “lavorare” nel modo corretto.
QUAL E’ STATO IL PERCORSO DI BRICIOLA?
Dopo il risultato delle biopsie, abbiamo deciso di somministrare a Briciola la ciclosporina. Sono necessarie dalle 4 alle 8 settimane per vedere gli effetti della ciclosporina sul prurito e pertanto si associa sempre un farmaco ad azione più rapida come un glucocorticoide o l’oclacitinib (ne parleremo nella dermatite atopica del cane), ma siccome dopo i giorni di ricovero Briciola era stabile e il precedente trattamento corticosteroideo non aveva funzionato adeguatamente, abbiamo optato per la singola terapia con ciclosporina. Dopo un mese, la proprietaria ci dice che il prurito era nettamente diminuito, ma ancora presente, e alla visita clinica abbiamo constatato un miglioramento di tutte le lesioni. Dopo altri due mesi la proprietaria ci dice che il prurito è scomparso, che la gatta è molto attiva e vivace, mangia con appetito e conduce un buon stile di vita. Siccome all’ultimo controllo Briciola presentava ancora delle lesioni, abbiamo deciso di posticipare la riduzione della ciclosporina al controllo successivo.
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